Saverio Falcone
FRANCIS BACON:
L'EDIPO CAPOVOLTO
Saverio Falcone è uno
psicologo junghiano, membro del Centro Italiano di Psicologia Analitica (Cipa) e
dell'International Association for Analytical Psychology (Iaap). Esercita privatamente
l'attività di psicologo analista a Milano. E' docente nella materia
"Produzioni inconsce non oniriche" presso l'Istituto di Milano del Cipa. Si
occupa dei rapporti tra psicologia e arte figurativa. |
Il pittore Francis Bacon aveva il vezzo di considerarsi
lultimo discendente di Francis Bacon filosofo. Può darsi che non si trattasse
soltanto di civetteria. Entrambi, infatti, amarono andare controcorrente ed ebbero la
passione della denuncia nei confronti delle credenze consolatorie e dei pregiudizi della
propria epoca.
Francis Bacon non è un pittore piacevole. I suoi dipinti non si lasciano osservare
tranquillamente. Al primo impatto sono più respingenti che attraenti. Benché sia stato
forse lultimo grande figurativo della pittura contemporanea, benché la sua
tavolozza abbia lo splendore degli antichi maestri del colore, tuttavia le sue figure
umane si distinguono a malapena dai quarti di buoi squartati e macellati che spesso fanno
loro da cornice sullo sfondo. Le figure in primo piano difficilmente potrebbero essere
chiamate umane. Sono organismi in via di disfacimento, per metà animali e per metà
umani. Sono grumi mostruosi di malessere in stato di agonia e tuttavia, non si sa come,
cocciutamente vivi.
Saverio Falcone, pur consapevole che non si possa ridurre il complesso creativo di un
artista ai suoi complessi patogeni infantili, si interroga, in questo saggio, sugli
aspetti motivazionali profondi, sui dinamismi inconsci sottesi a una pittura che sembra
voglia sedurre lo spettatore con lambiguo fascino del macabro. Quali sono, egli si
domanda, le componenti di base della malattia creativa di Bacon, i germi che gli hanno
permesso di trovare nellespressione figurativa sia la sua realizzazione artistica
sia la sua autoterapia, lautoriparazione del Sé?
Larte, come insegna lantico dio di Delfi da cui larte doccidente
prende miticamente origine, né dice né non dice ma accenna. Per Jung lartista è
un educatore del suo tempo. Se lartista ispirato è quello che intinge il pennello
dellarte nei colori della vita, allora Bacon è stato un artista ispirato. Con la
sua stessa esistenza anormale e dissoluta, oltre che con il suo lavoro artistico, egli ha
denunciato, dopo quella di Dio, anche la morte delluomo. Come dipingeva sulla tela
dalla parte non preparata scagliandovi contro il colore, così egli scagliò la propria
opera e se stesso contro il senso di morte di questepoca, contro questa società
occidentale che fa delluomo, sempre più svuotato di valori trascendenti, una specie
in via di estinzione.
Con lausilio degli strumenti introspettivi della psicologia junghiana, lautore
di questo saggio cerca di mostrare come, attraverso quale processo, il gemello deviante
e il gemello creativo il Francis Bacon uomo e il Francis Bacon artista
abbiano interagito e si siano fecondati reciprocamente.
JED/3, pp 128, f.to 14x21,
ill., Euro 11,36
ISBN 88-87131-09-0, I ed. Giugno 1998 |