Paola Terrile
ALL'
INCROCIO
pER LA
VITA
Una relazione
terapeutica
Paola Terrile. Psicologa analista diplomata al C. G. Jung Institut
Zurigo, membro CIPA-IAAP, è docente presso la Scuola di Specializzazione
del CIPA e svolge attività di seconda analisi e supervisione. È autrice
di numerosi articoli e pubblicazioni, tra cui Voci dal vuoto. La
creatività femminile in analisi, Moretti e Vitali editore, 1997.
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INDICE
- Prefazione. La relazione tra due donne (Laurana Lajolo)
- Introduzione. Una paziente imprendibile
- 1. L’incontro. La sfida. La pesantezza del niente
- 2. Lo scontro: linguaggi, sofferenza, potere
- 3. La relazione impossibile: tutto o niente (mors tua,
mors mea)
- 4. Morte o amore, morte e amore
- 5. Il dramma: sudare il delirio
- 6. La svolta: dal terrore alla vita possibile
- 7. La follia e l’analisi: terzo incomodo o compagna di
strada?
- 8. La voce di Luisa: parole che volano oltre il terrore
- Conclusioni. La treccia delle anime
- Bibliografia
- Ringraziamenti
L’esplorazione della relazione psicoterapeutica “dall’interno” può
apparire operazione difficile ed insidiosa, situata sul terreno scivoloso
del limite tra ciò che si può esprimere con il linguaggio e ciò che invece
appartiene al dominio dell’inconscio e può quindi essere espresso soltanto
in maniera indiretta. Nella dinamica della relazione i vissuti emotivi, i
pensieri ed i sentimenti dell’analista si intrecciano con quelli del
paziente, in un movimento che appare ad un primo sguardo caotico e poco
districabile, ma che costituisce l’impalcatura della cura.
In questo libro l’Autrice, di formazione junghiana e quindi avvezza a
servirsi di una metodologia aperta ad accogliere tutte le manifestazioni
della psiche, comprese le più estreme ed inspiegabili, senza mai forzarle in
schemi interpretativi rigidi, racconta la storia di una relazione analitica
estremamente difficile, unica ma anche esemplare.
In essa infatti la relazione terapeutica sembra impossibile, in quanto la
sofferenza della paziente sembra chiudere in partenza ogni spazio
relazionale che non sia quello del conflitto estremo. La sfida è quella di
costruire uno spazio di relazione e quindi di cura possibile, modificando
metodologie ed allargando le maglie del ruolo analitico. In uno scenario
dominato dalla sofferenza, dalla sfiducia e dal terrore del vivere della
paziente, la costruzione della relazione di cura non può che essere
complessa e poco lineare, una serie di “perturbazioni” psicoterapeutiche
ricche di colpi di scena e di pathos.
Il racconto dà spazio alle situazioni conflittuali, amplificandole con il
linguaggio della letteratura che è il più adatto a metterne a fuoco
l’aspetto universalmente umano, e soprattutto mette in luce come l’evolversi
di una relazione “difficile” costituisca anche la nascita e l’evolversi di
un metodo, che dalla relazione stessa scaturisce. Il linguaggio del testo,
impregnato di sentimenti che tentano di farsi pensieri anche quando
l’urgenza dei sintomi li ostacola, rispecchia la lotta della paziente per
sfuggire ad una situazione di blocco psichico; esprime al tempo stesso la
posizione dell’analista, che accetta di stare il più possibile vicino alla
sofferenza in cui l’altra si dibatte, ma al tempo stesso conserva un solido
aggancio al di fuori di essa. Questo aggancio, che appare a volte minimo
senza mai esserlo, è il fondamento della possibilità di cura. Ma prende
forma e si svela nei suoi aspetti simbolici e concreti man mano che la
coppia analitica nasce e si consolida, e che la paziente accetta infine di
attraversare l’incrocio per la vita.
SDL/40, pp.
224, f.to 14x21, Euro 19,00,
ISBN 978-88-95601-10-6, I ed. ottobre 2010 |