Ancona
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PSICOSI E CREATIVITà
Le storie che curano
a cura di
Roberto Ortoleva, Ferdinando Testa
Roberto Ortoleva. Dirigente psichiatra, psicologo analista del C.I.P.A. (Centro Italiano di Psicologia Analitica). Autore e studioso del pensiero immaginale e archetipale. È autore di numerosi articoli e relazioni pubblicate su riviste di salute mentale e ha curato per Moretti & Vitali i volumi:
L’Immagine nell’Arte, nella Tradizione, nella Psicologia Archetipica (1997),
I Territori dell’Alchimia. Jung e oltre (1999) e La Psiche e gli archetipi dello spirito (2003). Si occupa nel settore pubblico di interventi di rete nel campo psicosociale dei disabili psichici. È coordinatore scientifico della rivista quadrimestrale di psichiatria sociale
Salute e territorio news. Vive e lavora a Catania.
Ferdinando Testa. Psicologo Analista del C.I.P.A. (Centro Italiano di Psicologia Analitica). È impegnato da anni nel lavoro clinico-riabilitativo con i pazienti psicotici. Studioso dell’immagine e delle sue implicazioni nel mondo dell’arte e della terapia, ha curato per Moretti & Vitali i volumi:
L’Immagine nell’Arte, nella Tradizione, nella Psicologia Archetipica (1997),
I Territori dell’Alchimia. Jung e oltre (1999) e La Psiche e gli archetipi dello spirito (2003). È presidente dell’Associazione Culturale “Amici della Collina” che si occupa del pensiero immaginale ed archetipico. Vive e lavora a Catania.
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I temi della pazienza e della speranza, della sapienza e della capacità ermeneutica da parte del terapeuta fanno da denominatore comune ai contributi del Convegno “Le storie che curano: psicosi e creatività” tenuto a Catania nel maggio 2002.
“Il terapeuta (...) deve avere la pazienza di aspettare che il tempo e lo spazio arrivino a contenere i comportamenti e le immagini patologizzanti che si presentano nei suoi incontri”, scrive F. Testa; e di pazienza parla anche L. Perez riferendosi al racconto dei sette dormienti di Efeso tratto da una sura del Corano. La speranza per nuove soluzioni può diventare terapeutica anche nel caso di pazienti psicotici, ci ricorda D. La Barbera.
“La sapienza”, scrive R. Ortoleva, facendo riferimento al simbolo del sale, “è una metafora di trasformazione ben presente al terapeuta”; e C. Stroppa invita a “vedere dentro, scorgere i miti di fondo che sorreggono l’esistenza”.
R. Mercurio si interroga su come avvicinarsi all’intenso stato di creatività della psiche oggettiva senza perdere la capacità di riflettere su ciò che succede, di dialogarci e interagirci.
Il ‘filo rosso’ comune a tutti gli interventi è comunque la riaffermazione della necessità di uno spazio creativo nel lavoro con i pazienti (E. V. Trapanese). Diventa creativo anche il “poter immaginare una mente oltre il silenzio autistico” (M. Di Renzo).
P. Ancona precisa però che creatività “non significa instillare il furore creativo nella persona sofferente” e, citando Jung, egli ci ricorda che: “La vera creatività non è una scelta estetica, ma una scelta etica”.
SDL/22, pp. 172, f.to 14x21, Euro
14,00,
ISBN 88-87131-53-8, I ed. maggio 2003 |