AA. VV.
MARIA
E IL
TERAPEUTA
UN
ASCOLTO
PLURALE
Gli autori:
B. Allain-Dupré, W. Bosio Blotto, M. D'Arrigo, P. C. Devescovi, M.-L.
Grivet, S. Krakowiak, G. Maffei, G. Nagliero, D. Testa, B. Vandenbroucke, C.
Vezzoli, F. Wasmuth
sono psicologi analisti di varie nazionalità, che hanno maturato una grande
esperienza sia nel lavoro analitico con i bambini sia in quello con gli
adulti.
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Nato da un’esperienza originale, il testo Maria e il terapeuta riporta le
riflessioni di un gruppo di lavoro sullo stesso caso, quello di una bambina
di sette anni e mezzo. Una dozzina di terapeuti junghiani (francesi,
italiani, tedeschi) elabora una visione personale in riferimento alla
problematica della bambina, al processo terapeutico e alle ripercussioni
delle relazioni transferale e controtransferale. Ciascuno di questi
contributi evidenzia una modalità di “far lavorare” i concetti junghiani
illuminati dall’apporto di altre teorie e arricchiti da amplificazioni che
partono dalle ricerche contemporanee sull’infanzia.
I lettori (in particolare gli allievi in formazione) hanno, secondo noi,
molto da apprendere da questo libro. Leggeranno una interessante esperienza
plurale e potranno apprendere molto sull’esistenza, sulla funzionalità,
sulle difficoltà di un approccio appunto plurale. Maria, la piccola bambina,
apparirà rifratta in molteplici specchi, ma, “tra” i vari scritti apparirà
come un soggetto ancora da conoscere e da capire.
Questo libro è il risultato del lavoro di un workshop svoltosi a Cambridge
nel 2002. Il gruppo dei partecipanti ritenne che la presentazione del caso e
la discussione che ne seguì fossero state particolarmente interessanti ed
esemplificative.
Spesso nei gruppi delle varie scuole di analisi esistono pareri prevalenti;
i pazienti le cui cure sono in discussione trovano un inquadramento
formalmente corretto, all’interno del pensiero della scuola, ma non di rado
questo inquadramento risulterà imprigionante. Non che le scuole potrebbero
non occorrere o che i pareri forti siano dannosi; ciò che da questo lavoro a
“più ascolti” emerge, molto semplicemente, è che gli analisti devono fare
molta attenzione a non compromettere la soggettivazione dei loro pazienti.
Finisce spesso, infatti, in molti casi, che il gruppo si adegui
all’ideologia dominante, imprigionando il paziente in una rete
precostituita. In questi casi la soggettività del paziente e le sue piccole
verità non appaiono “tra” i vari pareri, ma “dentro” un’ideologia che
rischia di annullarle.
La nostra piccola Maria non appare invece “dentro” nessuno, nessuno si
arroga il diritto di affermare di sapere quale è la sua verità. Ma proprio
per questo essa appare “tra”, tra i pur forti pareri di tutti. L’ascolto
plurale ha permesso questo. E non è un risultato da poco. I lettori potranno
continuare a pensare Maria ancora e ancora.
(s)/2, pp.
264, f.to 14x21, ill. col. Euro 21,00,
ISBN 88-87131-74-0, I ed. ottobre 2005 |