Denyse
Lyard
IL BAMBINO
IN ANALISI
PSICOTERAPIA
JUNGHIANA
DELL'INFANZIA
Junghiana senza
dogmatismi, aperta a tutti gli approcci all’inconscio, Denyse Lyard
rinnova profondamente la nostra conoscenza della psiche dell’infanzia
mostrando quale sia il senso reale della sua funzione immaginativa e come
la personalità in divenire chieda di essere costruita in una dialettica
permanente tra l’operare delle pulsioni, le rappresentazioni simboliche
che traducono le ingiunzioni di una immaginazione creatrice e i
condizionamenti parentali e sociali che la influenzano. |
Volendo por fine
al mito secondo cui Jung avrebbe prestato poco o nessuno interesse al
bambino e al suo sviluppo, in questo scritto Denyse Lyard traccia
innanzitutto l’evoluzione del punto di vista di Jung sulle tematiche
infantili. L’iniziale adesione all’elaborazione di Freud è in seguito
abbandonata e gradualmente sostituita con una propria visione, ricca di
spunti originali e aperta a futuri sviluppi.
L’autrice prende poi in esame gli
apporti di Michael Fordham e di Erich Neumann.
E’ al londinese Michael Fordham,
psichiatra dell’infanzia e allievo di Jung, che si debbono le prime
teorie riguardanti la psicoterapia e la psicoanalisi junghiane del
bambino. A Fordham spetta il merito dell’elaborazione del concetto di
"Sé primario".
Neumann, fu analista a Tel Aviv dal
1934 al 1960 ed è autore di una ricca opera in cui si esprimono interessi
assai diversi. Verso la fine della sua vita, si impegnò a delineare le
strutture e le dinamiche della personalità allo stato nascente del
bambino. L’approccio è molto diverso da quello di Fordham, ma è
particolarmente utile per chi si confronti con le zone più arcaiche
dell’essere umano. Con The child, opera rimasta incompiuta, ha
affrontato un aspetto più clinico dello sviluppo umano. Gran parte dei
suoi concetti sono oggi utilizzati dalla maggioranza degli junghiani, si
tratti di analisti del bambino o dell’adulto.
Il bambino vive naturalmente
all’interno del mito e del gioco, nell’ambito di un immaginario
personale che esprime una sua profonda verità. Ma bisogna fare attenzione
a non confonderlo mai con il mondo fantasmatico, con fantasie la cui
proiezione su figure reali rischia di diventare fonte di conflitto e di
nevrosi, quando non addirittura, nei casi più gravi, di psicosi infantili
in cui le produzioni dell’inconscio sommergono il soggetto.
Frutto della lunga esperienza della
sua autrice, psichiatra dell’infanzia, e della sua notevole conoscenza
in quella dimensione terapeutica così delicata e difficile che è la
psicoanalisi dei bambini, questo libro serve da una parte a colmare un
vuoto e dall’altra permette di gettare uno sguardo altro e diverso sui
bambini, sui nostri bambini.
SDL/8, pp. 272,
f.to 14x21, Euro 16,53
ISBN 88-87131-17-1, I ed. settembre 1999 |