Giovanna De Carli
Romano Màdera
LA
BAMBINA
nella
CAMPANA
DI VETRO
E LE BELVE FEROCI
Giovanna De
Carli nasce sulla luna il 2/9/1951 (morirà decapitata in Francia nel
gennaio del 1793). Scrive poesie. Quando è sulla terra si occupa di
giornalismo prima e di antiquariato poi. Scrive poesie. Dal 2006 si dedica
all’impasto del cemento. Attività da cui scaturisce, nel dicembre 2007, una
mostra a Milano di 22 Bambine Vuote, dal titolo “Cemento Amato”. Scrive
poesie. Ha pubblicato Il re dei profondi; La bambina di neve;
e Mangiano le farfalle? E se sì, mangiano puntuali a mezzodì?
Romano Màdera è professore ordinario di filosofia morale e pratiche
filosofiche all’Università di Milano Bicocca, membro delle associazioni di
psicologia analitica IAAP (internazionale) e AIPA (italiana ) e del LAI
(analisi e gioco della sabbia). I suoi libri più recenti sono La
filosofia come stile di vita, B. Mondadori (2003), scritto insieme a L.
V. Tarca, e Il nudo piacere di vivere, A. Mondadori (2006). È uno dei
fondatori di Philo – Scuola superiore di pratiche filosofiche.
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INDICE
- Introduzione - Una scia poetica oltre
le rassicuranti finzioni del setting analitico (Romano Màdera)
- Dottore mi dica, c’è un limite alla
psiche, oppure possediamo cantine infinite? (Giovanna De Carli)
- La bambina nella campana di vetro e le
belve feroci della simbiosi e dell’isolamento (Romano Madera)
Un libro di poesie
che è un racconto di un’analisi, il racconto di un’analisi che è un viaggio
nel buio della depressione e nell’accecante volo dell’euforia, un viaggio
dell’anima che è uno spietato sguardo sul mondo degli umani, il mondo degli
umani che si rivela brutalità disumanata, un tormento che si placa solo nel
dire poetico: per questo suo incontenibile slancio, la raccolta poetica di
Giovanna De Carli può esprimere nel migliore dei modi, cioè nel timbro della
verità – della parresìa avrebbero detto gli antichi filosofi greci,
per significare il parlar chiaro senza il freno del rispetto delle
convenienze beneducate – quel che accade nella stanza d’analisi. (…) La
poesia di Giovanna mi restituisce l’irriproducibile del nostro incontro e
questo mi ha spinto, lungo gli anni, a confrontarmi con gli assunti di base
dei dispositivi analitici. Poiché sono anch’io convinto che all’altalena
dell’oscillazione bipolare del suo sentire “illuminano e fanno ombra le mie
parole”, cioè che i suoi versi siano l’unico farmaco che lei si è trovata
nell’anima. (…) Ho pensato che questi versi di Giovanna De Carli potessero
suscitare una viva partecipazione e un ingresso sincero in un laboratorio
analitico e, insieme, che alcune mie riflessioni potessero proseguire una
strada che spinge l’analisi fino nei territori tremendi e affascinanti della
domanda di senso e della protesta per la sua irreperibilità” (dall’Introduzione
di Romano Màdera).
JED/12, pp.
152, f.to 14x21, Euro
16,00,
ISBN 88-87131-95-6, I ed. marzo 2008 |