E.
A. Bennet
CONVERSAZIONI
CON JUNG
Quaderno di
appunti:
1946-1961
Edward Armstrong Bennet nacque a Poyntz- pass, presso
Armagh, nell’Irlanda del Nord, il 21 ottobre 1888. Si laureò in filosofia e teologia al Trinity College di Dublino. Dopo ulteriori studi alla Ridley Hall di Cambridge, prese gli ordini della Chiesa d’Inghilterra. Allo scoppio della prima guerra mondiale entrò nell’esercito in qualità di cappellano e nel 1915 ottenne una Croce di Guerra per il suo grande coraggio. Le esperienze della guerra lo indussero a ritornare in seguito al Trinity College, dove, nel 1925, si laureò in medicina. Poi, nel 1939, fu insignito del Dottorato presso lo stesso College.
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“Le annotazioni qui presentate furono scritte dal dottor Bennet durante le sue visite al professor Jung negli anni precedenti la pubblicazione dei suoi due libri,
C. G. Jung e What Jung really said. (...)
Fin dall’inizio della sua carriera di medico, Bennet si interessò soprattutto alla psichiatria. Subito dopo il 1925 si trasferì a Londra e si unì al gruppo della Tavistock Clinic; assunse anche un incarico per le malattie nervose presso il West End Hospital e nel volgere di pochi anni cominciò a tenere regolarmente corsi di psicologia clinica. Il suo lavoro fu caratterizzato da un profondo coinvolgimento per le persone e le loro sofferenze: probabilmente la motivazione di fondo di tutti i medici veramente validi. (...)
Il fatto che le basi culturali di Bennet includessero la conoscenza della teologia e della filosofia, come pure della medicina, lo predisposero a capire e ad apprezzare l’approccio di Jung. Bennet lo incontrò una prima volta all’inizio degli anni Trenta e, a partire dal 1935, durante le lezioni presso la Tavistock, nelle quali Jung ebbe un forte impatto sul pubblico, mantenne i contatti con lui, e negli anni successivi fece molto per fare affermare le sue idee in Inghilterra. (...)
Il suo insight percettivo, unito alla sua gentilezza e alla sua sollecitudine per gli altri, lo resero un eminente psicoterapeuta. (..)
Morì il 7 marzo 1977; la sua morte fu una grave perdita per i suoi amici, colleghi e pazienti, nonché per i gruppi junghiani sui quali aveva esercitato un forte ascendente.
Le [sue] annotazioni non trasmettono un’immagine completa della vita e del pensiero di Jung, forniscono piuttosto impressioni sulla sua vita quotidiana, sul suo modo di conversare e sul suo modo naturale, spontaneo di vivere e di pensare. Vi compaiono frequenti citazioni dei suoi scritti, spesso dai testi su cui egli comunemente lavorava; molte sono tratte dagli ultimi capitoli delle sue memorie
Ricordi, sogni, riflessioni, che scrisse negli ultimi anni di vita. Quanti desiderino letture approfondite su qualcuno degli argomenti qui trattati, troveranno già, nel corso di questi commenti, le indicazioni delle fonti disponibili”.
(Dall’Introduzione di M.-L. von Franz)
JED/6, pp 200, f.to 14x21, Euro
13,43
ISBN 88-87131-21-X, I ed. marzo 2000 |