Erich
Neumann
IL SE',
L'INDIVIDUO,
LA REALTA'

Erich Neumann,
nato a Berlino nel 1905, si è laureato dapprima in filosofia nel 1927 e in
seguito, nel 1933, in medicina. Ha studiato con C. G. Jung dal 1934 al 1936.
Dal 1934 ha trasferito definitivamente la sua residenza a Tel Aviv, dove è
stato presidente della Associazione Israeliana degli Psicologi Analisti e
dove è morto il 5 novembre del 1960. Storia delle origini della
coscienza (1949) e La grande madre (1955) sono le sue due opere
principali.
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Sotto un unico
titolo sono riunite in questo libro due penetranti conferenze, "La
psiche e i livelli di trasformazione della realtà. Un tentativo
metapsicologico" e "L’individuo e il problema del
significato", tenute da Neumann ad Ascona nel 1952 e nel 1957, in
occasione dei convegni di Eranos. Riproponiamo questo testo vent’anni
dopo la prima pubblicazione in italiano, nella convinzione che le tesi qui
esposte contengano sorprendenti anticipazioni circa il problema, al centro
del dibattito attuale nell’ambito della psicologia del profondo, dei
radicali cambiamenti di identità in atto nell’uomo contemporaneo.
Dopo l’opera di Jung – e certamente oggi anche dopo quella di James
Hillman –, il maggior contributo alla psicologia analitica è forse
costituito dai lavori di Neumann. Vogliamo ricordare soltanto le sue due
fondamentali monografie: Storia delle origini della coscienza e La
grande madre. L’importanza dell’elaborazione di Neumann è stata
efficacemente sottolineata da Jung stesso, con queste parole: "Neumann
è riuscito a delineare per la prima volta una storia dello sviluppo della
coscienza e a rappresentare il corpo dei miti come una fenomenologia di
tale evoluzione. In tal modo ha fondato i concetti della psicologia
analitica su una salda base evolutiva e vi ha eretto sopra un edificio
perspicuo in cui trovano posto tutte le forme empiriche del
pensiero".
In "La psiche e i livelli di trasformazione della realtà", l’autore
tenta di delineare, sulla scia del pensiero junghiano, una metapsicologia.
La sua indagine si orienta in modo suggestivo e con rigore verso le
analogie e i rapporti esistenti tra la psicologia del profondo, da un
lato, e la psicologia, la biologia, la fisica, dall’altro, indicando
nella dimensione più abissale della psiche inconscia, il Sé, il polo
inesauribile dal quale l’essere umano e la realtà attingono la
possibilità della trasformazione.
"L’individuo e il problema del significato" è un articolato
saggio in cui la visione della storia della cultura occidentale e
orientale, dall’antichità al Novecento, si salda con la testimonianza
soggettiva dello psicologo analista, che si coinvolge senza riserve.
Neumann ripercorre il tracciato del pensiero ebraico, greco, cristiano,
cogliendo luci e ombre. Ma schiude soprattutto al lettore l’enigmatico
sapere del Libro dei mutamenti (I Ching) e della meditazione
Zen.
RIP/3, pp 144, f.to 14x21, Euro
12,40
ISBN 88-87131-20-1, I ed. gennaio 2000 |