Giorgio Cavallari
CREATIVITà:
l'UOMO
OLTRE LE CRISI
Simbolo e processo
di umanizzazione
Giorgio Cavallari è analista del Centro Italiano di Psicologia
Analitica e dell’International Association for Analytical Psychology. Presso
il CIPA è docente nella scuola di specializzazione in psicoterapia.
È socio fondatore e direttore scientifico della Associazione Nazionale di
Ecobiopsicologia, dove è docente presso la scuola di specializzazione in
psicoterapia. È inoltre docente presso la Scuola di Psicoterapia SPP - Età
Evolutiva di Milano. I suoi studi sono stati rivolti in particolare al tema
della identità di genere e al concetto di Sé in relazione alla teoria e alla
prassi della psicologia analitica e della psicoanalisi, al rapporto
mente-corpo, alla psicosomatica e alla umanizzazione della medicina. Presso
La biblioteca di Vivarium ha già pubblicato, nel 2001, L’uomo
post-patriarcale: verso una nuova identità maschile; nel 2005, Dal Sé
al soggetto. Ha pubblicato, inoltre, La psicosomatica, il significato
e il senso della malattia, con D. Frigoli e D. Ottolenghi e La forma,
l’immaginario e l’uno, con D. Frigoli, D. Ottolenghi e E. Tortrici. Ha
contribuito inoltre ai volumi collettanei Intelligenza analogica, oltre
il mito della ragione e Jung Today.
Vive e lavora a Milano.
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INDICE
- Introduzione
- 1. Oltre il processo emergente, verso la creatività e l'umanesimo
simbolico: un percorso per l'uomo
- 2. Il concetto di creatività nella tradizione psicoanalitica
- 3. Il concetto di psiche emergente e di creatività in una
prospettiva junghiana
- 4. Funzione creativa, processo di umanizzazione e lavoro clinico
- 5. Creatività, simbolo e processo di umanizzazione
Questo libro vuole provare ad esplorare il tema del legame che esiste fra
la creatività umana e quello che definiremo “processo di umanizzazione”.
Umanizzare vuole dire fare emergere quella particolare miscela di passioni,
di sollecitudini, di curiosità, di coraggio non privo di paura, di capacità
prendersi cura di se stessi e degli altri, di costruire e di smontare
rapporti, oggetti e progetti che rendono tale l’uomo, e meritevole di essere
vissuta la vita umana. Questo vale sempre, e ancora di più quando un
individuo, un gruppo o una società vivono l’esperienza di una ‘crisi’. Tutto
questo mantenendosi fra Scilla e Cariddi, cioè fra due attrattori
dell’esperienza umana che sono contraddittori ma ineliminabili: l’attrazione
per il nuovo, per il rischio e per il superamento della colonne d’Ercole da
un lato, ed il bisogno di proteggere l’esistenza da ciò che è umanamente
intollerabile. Lo faremo con una particolare attenzione alla pratica
analitica e psicoterapica, tenendo però lo sguardo attento anche a ciò che
accade fuori dai contesti della cura.
Scrivere sulla creatività in un periodo che è dominato dalla ‘crisi’
(economica, politica, ma prima ancora psicologica e spirituale) vuole dire
prendere posizione in una precisa direzione: significa sostenere che in un
periodo di gravi difficoltà essere creativi non è una possibilità, ma una
necessità; non si tratta di un discorso consolatorio, ma di un atteggiamento
intellettuale alla cui base sta una concezione precisa: crisi può volere
dire anche apertura a nuove, e fino ad oggi non pensate, prospettive.
La ‘crisi’ entra negli studi degli psicoterapeuti come fenomeno collettivo
che si declina nell’esperienza personale dei singoli casi, ma che sempre di
più si colora di elementi sovraindividuali: instabilità, precarietà, perdita
di sicurezze che si ritenevano acquisite, rarefazione di certezze e di punti
di riferimento rassicuranti” (dall’Introduzione dell’autore).
SDL/46, pp.
256, f.to 14x21, Euro 18,00, ill. b/n,
ISBN 978-88-95601-25-0, I ed. ottobre 2013 |