AA
VV
LA
PSICHE
Nell' EPOCA
della
TECNICA

Atti del XIII convegno
nazionale CIPA
Il CIPA (Centro Italiano di Psicologia Analitica) è una delle
filiazioni nazionali della IAAP (International Association for Analytical
Psychology). Attraverso i due Istituti (Roma e Milano), il CIPA cura la
formazione di nuovi analisti junghiani secondo i criteri determinati in
ambito IAAP e promuove attività scientifiche e culturali, come il convegno
da cui è stato ricavato il presente volume. Il CIPA è anche Scuola di
Specializzazione diretta alla formazione di psicoterapeuti di indirizzo
junghiano mediante l’organizzazione di corsi post-universitari presso i due
Isituti di Roma e di Milano.
|
“L’epoca della tecnica è l’epoca del rischio incontrollabile. Basta pensare
alle scelte fatte sull’energia atomica (...), basta pensare alle
modificazioni genetiche, alla totale assenza di rispetto per l’ambiente, e
tutte le altre vicende che conosciamo, per entrare nell’imprevedibile o nel
neppure pensabile. Eppure sembra non esserci nessuna percezione emotiva
delle conseguenze delle proprie azioni. E non solo a livelli complessi, ma
nel semplice quotidiano. Per cui si uccide per una lite di parcheggio, senza
minimamente pensare che la conseguenza sarà l’ergastolo; i genitori uccidono
i figli, i figli i genitori, i neonati possono essere messi in un sacchetto
di plastica o nel cassonetto etc., senza mai pensare domani perché
del domani, del futuro non si ha una reale consapevolezza. Anche il
vissuto del tempo sta modificandosi. L’iperattività del fare non sopporta
tempi morti, né riflessioni, e neppure un tempo per l’anima. La diffusione
della ragione non ha prodotto un mondo soggetto alle nostre previsioni o al
nostro controllo. L’illusione di una ragione in grado di “aver ragione” sul
dolore ha lasciato il posto a una ferita narcisistica, per cui l’unico
sentimento forte che incontriamo in analisi sembra essere soprattutto la
rabbia narcisistica. Ma la rabbia non è forse anche un tentativo di
difendersi dal dolore, dall’angoscia dell’imprevedibile? Certamente, come
scrive Anders, l’uomo ‘non è più all’altezza del mondo da lui stesso
costruito’. Il potere di fare si è rivelato molto maggiore del potere di
prevedere. Così l’uomo sembra oscillare tra onnipotenza e impotenza, tra
illusione e disillusione, tra speranza e disperazione, tra conformismo e
pseudoidentità, tra aspirazioni illimitate e cinismo. Simile a un paziente
borderline continua ad agitarsi tra i due poli opposti di una unica linea di
confine al di là della quale sta quell’ignoto che potrebbe muovere la
psiche, se solo non rappresentasse proprio ciò che più si teme. (...) È
proprio per cercare di capire quale sia la malattia mortale dell’Occidente e
dell’uomo che lo abita che oggi sono qui convenuti psicoanalisti,
psichiatri, psicologi, filosofi, medici, sociologi ed esperti di
comunicazione” (dalla Presentazione del convegno di Anna Benvenuti).
Con un importante
contributo
di Umberto Galimberti
"L'uomo nell'età della tecnica"
SDL/34, pp.
736, f.to 14x21, ill. b/n, Euro 37,00,
ISBN 978-88-87131-84-0, I ed. marzo 2007 |