Edward F. Edinger
ANATOMIA
DELLA
PSICHE

Simbolismo alchemico
nella psicoterapia
Edward
F. Edinger ha frequentato la Indiana University e la Yale Medical School,
ottenendo nel 1946 il dottorato M.D. È stato insegnante presso il C. G. Jung
Institute di Los Angeles, psichiatra supervisore presso il Rockland State
Hospital, nonché membro fondatore della C. G. Jung Foundation di New York e
presidente del C. G. Jung Training Center di New York. Altre sue
pubblicazioni sono: Ego and Archetipe, Melville’s Moby Dick: A Jungian
Commentary, e The creation of Consciousness: Jung’s Mith for Modern man.
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INDICE
- Prefazione all'edizione italiana
- Anatomia della psiche: elogio della penombra (Stefano Carta)
- Prefazione
- 1. Introduzione
- 2. Calcinatio
- 3. Solutio
- 4. Coagulatio
- 5. Sublimatio
- 6. Mortificatio
- 7. Separatio
- 8. Coniunctio
- Bibliografia
“Anatomia della
Psiche potrebbe essere considerato come una sorta di manuale di
intervento clinico fondato sull’amplificazione di rappresentazioni ed
immagini simboliche di origine religiosa, mitica e artistica, le quali, dato
il loro carattere archetipico, possono essere riferite alle dinamiche
psichiche del paziente per contribuire ad illuminarne il decorso ed il senso
generale. Queste immagini sono organizzate sia intorno alla simbologia
alchemica che, soprattutto, entro la metodologia e lo svolgimento dei
processi alchemici di trasformazione, tra i quali Edinger seleziona
quelli più noti: calcinatio, solutio, coagulatio, sublimatio,
mortificatio, separatio e coniunctio. In questo senso, il testo di
Edinger può essere di grande aiuto per spiegare allo psicologo e al clinico
il senso e la ragione empirica che fecero dello studio dell’alchimia il
principale riferimento junghiano per compartecipare, sebbene in forma
mediata, ai processi di trasformazione psichica del soggetto. Leggendo le
pagine del libro di Edinger il lettore può avere la sensazione che,
finalmente, alcuni aspetti dell’Opus alchemico si illuminino di
significato e possano essere compresi perché spiegati. (...) Il libro
di Edinger, illustrando con magistrale chiarezza le oscurità dei testi
alchemici, come dello stesso testo junghiano sull’alchimia, ci invita ad
aderire all’illusione di capire una volta per tutte; quasi immaginare di
poter fare del discorso psichico una sistematica, una ‘scienza’. In realtà
questo tentativo va decisamente contro l’impostazione epistemologica di Jung
il quale, come al solito, dovendo prendere posizione tra uno statuto di
scienza naturale ed uno di scienze umane, sceglie una terza
posizione, affermando: ‘Rispetto al suo oggetto naturale e al suo metodo, la
psicologia empirica moderna appartiene alle scienze naturali, rispetto
invece al suo metodo di spiegazione appartiene alle scienze umane’ (Jung,
vol. XVII p. 87). (...) Con queste avvertenze mi sento di consigliare ad
ogni clinico il libro di Edinger. Sapendo che il fluido ermetico della vita
psichica sfuggirà sempre la nostra presa, grazie alle pagine di Edinger
potremmo cogliere quanto gli scritti di Jung siano pieni di indicazioni
cliniche relative alla formazione dei simboli, ai processi psichici, alle
procedure di intervento ‘clinico’, ai conflitti strutturali che ne
costellano il cammino” (dalla Prefazione all’edizione italiana di Stefano
Carta).
JED/13, pp.
368, f.to 14x21, ill. b/n, Euro
25,00,
ISBN 88-87131-96-3, I ed. settembre 2008 |